venerdì 23 maggio 2008

Next stop... Iran?

Iran-Usa

La notizia battuta oggi dall'ADNkronos non è certo particolarmente originale, è da molto che si parla del progetto americano di attaccare l'Iran con il pretesto delle armi nucleari. Se letta però alla luce dei recenti avvenimenti in Libano e il conseguente successo di Ḥizb Allāh (Hezbollah), con il conseguente accrescimento dell'influenza iraniana nella regione, assume una concretezza maggiore. Gli USA, daltronde, non sono nuovi ad entrare in una nuova guerra per distogliere l'attenzione da una vecchia. Si veda l'intervento in IRAQ dopo aver mollato la "patata bollente" afgana alla NATO.

Secondo alcuni analisti, Bush (supportato dal vice presidente Dick Cheney) vorrebbe attaccare l'Iran prima della fine del suo mandato, nonostante le resistenze del Segretario alla Difesa Gates e della Rice.

Durante la sua recente visita in Israele, Bush ha attaccato direttamente l'Iran in un discorso alla Knesset. "Permettere al principale sponsor mondiale del terrorismo di possedere l'arma più pericolosa sarebbe un tradimento imperdonabile verso le generazioni future. Per il bene della pace, il mondo non deve permettere all'Iran di possedere un'arma nucleare"

Resta da capire se questo sia solo un modo per fare pressione su Ahmadinejad. Una cosa è certa, l'Iraq non era l'Afghanistan (e ce ne siamo accorti tutti) e l'Iran non è l'Iraq.

1 commento:

M.L. ha detto...

Sperando non sia la nuova "pistola fumante". Questa è la notizia battuta dall'AGI:
"Fonti ufficiali statunitensi hanno riferito all'emittente americana 'Abc News' che negli ultmi mesi vi sono stati contatti segreti tra il governo dell'Iran e il vertice di 'al Qaeda'. Una circostanza che -si legge sulla pagina 'on line' della testata- e' seguita con attenzione dalla Casa Bianca, dal Pentagono e dalle agenzie di 'intelligence'. "Stando sempre alle fonti informate di questa materia delicatissima, i contatti hanno a che fare con la situazione di operativi di grado elevato di 'al Qaeda', tra cui due figli di Osama bin Laden, agli arresti domiciliari in Iran dal 2003", precisa l'articolo. Le fonti non ritengono che l'Iran sia disposta a lasciare andare i suddetti personaggi e non si spiegano quindi la ragione per cui il regime degli ayatollah abbia avviato questi contatti. "Gli iraniani sanno benissimo che pagherebbero un prezzo salatissimo se lasciassero libera questa gente", ha detto la fonte all'Abc. "Piuttosto l'Iran considera questi individui merce di scambio di un certo valore", ha aggiunto un'altra fonte, "Come e quando useranno questi gettoni o se preferiranno tenerli in cassaforte e' materia di una discussione strategica in corso" all'interno dell'esecutivo di Teheran. La sorte di questi operativi di 'al Qaeda' e' uno dei misteri piu' intriganti della lotta contro il terrorismo, scrive l'Abc. Subito dopo l'invasione americana dell'Afghanistan alla fine del 2001, la cupola di 'al Qaeda' si e' divisa in due gruppi. Il servizio segreto americano ritiene che un gruppo, guidato da Osama bin laden e da Ayman al Zawahiri, sia fuggito a est per trovare un rifugio sicuro nelle aree tribali del Pakistan. Il secondo gruppo, guidato da un egiziano di nome Said al Adel, ha preso la strada a ovest verso l'Iran. Di quest'ultimo gruppo, che secondo gli esperti americani include il comitato di gestione, o 'shura', fanno parte una ventina di militanti, tra cui il portavoce di 'al Qaeda', Suliman abu Ghaith, e alcuni familiari di Osama, tra cui due dei suoi figli, Saad e Hamza."